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Convergenze Spa diventa “Società Benefit” assumendo nella denominazione anche la missione sociale

La crescita ha consentito sia a decine di giovani di poter realizzare i loro progetti di vita lavorativa nella terra dove sono nati, sia a tante associazioni no profit di chiedere e ottenere aiuti e economici per fini sociali.

In data 14 settembre 2020 l’Assemblea Straordinaria di Convergenze ha approvato la trasformazione in “Società Benefit”. Per cui la denominazione sociale di Convergenze diventa “Convergenze S.p.A. Società Benefit” (“Convergenze S.p.A. SB”, in forma abbreviata). Con questo “atto” Convergenze mette “nero su bianco” quello che fin dalla sua fondazione è stato evidente a tanti: la propria attività economica, oltre alla ricerca del profitto, perseguirà una o più finalità di beneficio comune, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti del proprio territorio e della propria comunità.

Comunità che da tempo ha già scontato il fatto che Rosario Pingaro, presidente di Convergenze S.p.A. Società Benefit, è un imprenditore che sa stare sul territorio in cui ha costruito, pezzo dopo pezzo, l’azienda che, oltre ad aver consentito l’accesso veloce alla rete internet a chi vive in un territorio da sempre trascurato dai grandi player nazionali, è cresciuta creando lavoro e valore.

Inoltre, è opportuno ricordare che la crescita ha consentito sia a decine di giovani di poter realizzare i loro progetti di vita lavorativa nella terra dove sono nati, sia a tante associazioni no profit che operano nella nostra realtà di chiedere e ottenere aiuti economici per il raggiungimento dei loro fini sociali.

In data 28 luglio 2020 Convergenze ha comunicato l’ingresso nel proprio capitale di RedFish LongTerm Capital S.p.A. (“RFLTC”), holding di partecipazioni industriali con un orizzonte di investimento di lungo periodo e l’incremento della quota di partecipazione della Famiglia Pingaro nella Società. In dettaglio, sono stati perfezionati gli atti di acquisto per un totale pari al 25% del capitale sociale di Convergenze rispettivamente: per il 12,5% da parte di RFLTC e per un ulteriore 12,5% da parte della Famiglia Pingaro. Ad esito della suddetta operazione, la struttura dell’azionariato di Convergenze risulta essere la seguente: 62,5% Famiglia Pingaro (Rosario Pingaro e Grazia Pingaro), 12,5% RFLTC e per il 25% da Sage Gestioni S.r.l.

Questo è il presupposto sul quale si baserà l’intera strategia di espansione della società che ha raggiunto la copertura a livello nazionale della rete voce, grazie al collaudo dell’ultima interconnessione a Venezia. D’ora in poi, Convergenze potrà attivare, in autonomia, qualsiasi prefisso telefonico in tutta Italia, senza ulteriori autorizzazioni o accordi, con un notevole vantaggio competitivo con una semplificazione importante a beneficio del cliente finale.

A completamento del quadro dentro il quale opera e la coerenza che sta alla base del progetto aziendale, il 16 settembre 2020 Convergenze è stata premiata tra le migliori imprese italiane ai “Best Managed Companies Awards 2020”, premio che si pone l’obiettivo di valorizzare le aziende che si sono distinte per strategia, competenze e innovazione, impegno e cultura aziendale, governance e performance, internazionalizzazione e sostenibilità.

Il quadro economico aziendale relativo al 1° semestre 2020 conferma il trend positivo anche per i conti dell’azienda. Infatti, 28 ottobre 2020, il Consiglio di Amministrazione di Convergenze (“Società” o “Convergenze”), operatore di tecnologia integrato attivo nei settori Telecomunicazioni, Energy, E-mobility con il network EVO (Electric Vehicle Only), in data 30 settembre 2020 ha esaminato e approvato il Bilancio Intermedio al 30 giugno 2020, redatto in conformità con i principi contabili italiani e sottoposta a revisione contabile limitata da parte di Deloitte & Touche S.p.A.

Al 30 giugno 2020 (al netto di poste di natura non ricorrente per € 0,07 milioni) è pari a circa € 1,3 milioni in crescita, pari al 16,4% rispetto al 30 giugno 2019 (€ 1,1 milioni), riportando un EBITDA Margin Adj. pari al 16,5% sul valore della produzione, grazie all’importante contributo alla marginalità della BU TLC.

In particolare, la BU TLC ha riportato un EBITDA Adj. pari a € 0,9 milioni e un EBITDA Margin Adj del 24,2%, mentre la BU Energy ha registrato un EBITDA Adj. pari a € 0,4 milioni, con una marginalità Adj del 9,7%. Il risultato operativo (EBIT) è positivo per € 0,9 milioni, in crescita del 10,4% rispetto al 30 giugno 2019 (€ 0,8 milioni), con un EBIT Margin pari a 11,1% sul valore della produzione. Il Risultato netto al 30 giugno 2020 si attesta a € 0,54 milioni, in miglioramento rispetto al 30 giugno 2019 (€ 0,47 milioni). La posizione finanziaria netta (PFN) risulta pari a € 1,5 milioni con un incremento di € 1,0 milione circa rispetto alla PFN al 31 dicembre 2019 (€ 0,5 milioni) ascrivibile, essenzialmente, alla sottoscrizione da parte della Società, in data 14 aprile 2020, di un prestito obbligazionario con Unicredit per un valore pari ad € 1,0 milione della durata di 84 mesi, con rating della Rating Agency Cerved. Il patrimonio netto risulta pari a € 2,4 milioni, in incremento rispetto a € 1,9 milioni al 31 dicembre 2019 grazie al risultato di periodo e rappresenta circa il 61% delle fonti di finanziamento. Il capitale immobilizzato, pari a € 5,8 milioni al 30 giugno 2020 rispetto ai € 4,9 milioni al 31 dicembre 2019, evidenzia un incremento di € 0,8 milioni. Tale variazione è imputabile agli investimenti effettuati nel primo semestre 2020, sulla base del piano strategico delineato dalla Società nei precedenti esercizi. Nello specifico è stata implementata l’infrastruttura proprietaria FTTH nel Comune di Trentinara (SA), nel quale Convergenze ha inoltre installat2o una propria centrale. Parallelamente sono proseguiti i lavori di espansione di tale infrastruttura nel Comune di Capaccio Paestum. Allo stesso modo la Società ha proseguito nell’ammodernamento e potenziamento dell’infrastruttura WiFi Ultrabroadband. L’investimento complessivo degli interventi ha comportato un impegno di spesa pari ad € 0,7 milioni.

Senza nulla togliere ai tanti e bravi imprenditori presenti nella nostra realtà, bisogna rilevare che ancora manca una vera presa di coscienza in merito alla visione sociale dell’impresa economica che non è un’isola nel contesto dove vive, opera e cresce. Lo aveva codificato bene Adriano Olivetti negli anni ’50 del secolo scorso: nella scheda gli 8 valori a i quali dovrebbe fare riferimento un buon imprenditore …

Scheda

1. Lavoro

Nell’impresa il lavoro si carica di valore esistenziale e di respiro etico. Adriano trasmuta il movente del lavoro, lo sottrae al mero calcolo e all’egemonia dei valori mercantili.

Il lavoratore riscopre nel suo lavoro fini in cui può rispecchiarsi, sente il valore sociale del lavoro, collega l’attività lavorativa a un senso non ridotto al puro profitto-prestazione.

2. Territorio e Glocalismo

Attraverso il lavoro rende l’agire d’impresa autenticamente glocale. Fonda le strategie d’impresa sul riconoscimento delle specificità (storia, tradizioni, culture, vocazioni) dei Territori in cui l’impresa si radica e opera. Grazie alla Vocazione Territoriale, l’impresa diventa capace di aprirsi al mercato mondiale e alle sfide planetarie.

3. Spiritualità

L’economia, la produzione e il conseguente profitto trovano senso a patto di costituire mezzi di elevazione spirituale. La tensione spirituale dell’azienda si manifesta secondo quattro direzioni di impegno, che diventano motori dell’agire d’impresa:

Verità: scienza, ricerca tecnologica, progresso scientifico messi al servizio dell’essere umano

Giustizia: equa redistribuzione della ricchezza prodotta attraverso il lavoro

Bellezza: espressione visibile della raggiunta armonia tra esigenze materiali e mete spirituali

Amore: fede nell’essere umano, nella sua possibilità di elevazione e di riscatto

4. Responsabilità Allargata

Il fine dell’impresa non è mai riducibile al puro profitto. L’impresa, sotto semplice condizione di profitto, esiste innanzitutto per circolarmente restituire valore, per creare e diffondere, al proprio interno e nelle realtà circostanti, una sempre maggiore qualità di vita. Viene sottolineata la ragione politica dell’agire d’impresa, in vista dell’elevazione materiale e spirituale dei luoghi dove si trova ad operare.

5. Artigianalità d’impresa

L’agire d’impresa esprime la convinzione che il lavoro non è soltanto un fattore di efficienza funzionale alla produzione, ma un’espressione esistenziale frutto della scelta di vita di chi lavora. I lavoratori sono chiamati ad essere coscienti della vita spesa nel lavoro e immessa nel prodotto. Il lavoro viene esibito, sfoggiato, debitamente valorizzato. I prodotti sono ben contrassegnati dalla mano intelligente che li ha realizzati. I consumatori vengono educati all’acquisto e al consumo non di astratte merci feticcio, ma di artefatti realizzati sempre da qualcuno per qualcuno.

6. Innovazione avvalorante

L’agire d’impresa è fondato sulla funzione Ricerca e Sviluppo, che vede impegnata trasversalmente l’intera organizzazione. L’impresa diventa Laboratorio permanente all’interno di una dimensione di dialogo e scambio. Per ciascun lavoratore vi è la possibilità di proporre cambiamenti e miglioramenti, di poter innovare e sperimentare, mentre fruisce della necessaria formazione e cresce culturalmente.

7. Estetica come etica

Nell’Olivetti di Adriano l’estetica diventa espressione di un’etica, di un modo di essere e di fare. Forma, significato, funzione (di un edificio, di un prodotto, di una comunicazione) sono variabili armonicamente indissolubili. Il disegno, le forme, i colori, gli spazi non sono accessori e supplementi di qualità dell’agire d’impresa: la loro bellezza trasmette e riflette la perfezione interna, il giusto ordine, l’appropriata sistemazione, vale a dire la tensione etica che anima chi li ha realizzati. Etica ed estetica sono in relazione circolare: estetica che esprime un’etica, cioè un modo di costruire relazioni con il mondo; etica che si manifesta attraverso un’estetica. Dall’etica un’estetica, dalla ricerca estetica una vita morale.

8. Valore dell’intangibile

L’intuizione imprenditoriale di Adriano è chiarissima: chi acquista un prodotto non fa sua soltanto una merce, diventa partecipe degli intenti, del progetto, della vita di chi quel prodotto ha concepito e realizzato. Ciò che viene realizzato esprime un progetto tecnologico animato da un’idea dell’uomo e del suo lavoro. Al suo interno si può sentire pulsare l’insieme delle forze materiali messe al servizio di mete spirituali. I prodotti veicolano un mondo produttivo fatto di efficienza e contemporaneamente di rispetto per l’essere umano, di giustizia, di verità, di bellezza. Acquistandoli e utilizzandoli si entra a far parte della civiltà italiana del buon vivere e del ben lavorare.